Rose da seme
Coltivare rose dal seme può essere molto impegnativo, dal momento che la maggior parte dei semi che si raccolgono spesso non germinano per quanti sforzi si facciano. Fortunatamente la maggior parte delle piante di rosa produce una grande quantità di semi all'interno dei cinorrodi, e quindi non è necessario raggiungere un elevato tasso di successo. Occorre tenere presente che le piante che si svilupperanno potranno essere diverse nell'aspetto o in altre caratteristiche rispetto alla pianta madre, soprattutto se quella pianta è un ibrido di due varietà innestate insieme.
![]() | I cinorrodi delle rose (dal greco: κυνος=kunos=cane, ροδον=rodon=rosa), così chiamati perchè nell'antichità si riteneva che guarissero le conseguenze dei morsi di cani affetti da rabbia, sono il falso frutto o più semplicemente le bacche che la rosa produce dopo la fioritura. Non tutte le rose riescono a produrle, i rosai antichi sono i più prolifici. Dopo che la rosa avvizzisce, se è stata impollinata, comincerà lo sviluppo del cinorrodo. La bacca all'inizio sarà di colore verde, poi man mano cambierà colore, dal rosso all'arancione al marrone. Si potranno raccogliere quando l'esterno presenterà dei leggeri corrugamenti, mentre non è consigliabile aspettare che siano completamente asciutte e marrone, in quanto i semi all'interno potrebbero essere stati già attaccati dai parassiti e quindi meno vitali o danneggiati. Gli anglosassoni chiamano i cinorrodi delle rose rosehip, i francesi mantengono l'etimo greco cynorrhodon mentre i tedeschi traducono in Hagebutte. |
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Sezione trasversale di cinorrodo e nomenclatura |
Prelievo dei semi
![]() | Servendosi di un coltellino affilato tagliare dapprima la parte apicale del cinorrodo, quindi effettuare due incisioni longitudinali da lati opposti ed aprire la bacca. A questo punto estrarre i semi servendosi della punta del coltello. Il numero dei semi è molto variabile con la varietà della rose. Ce ne possono essere da poche unità fino a qualche decina. |
E' conveniente pulire l'eventuale residuo di polpa rimasto attaccato all'esterno dei semi. Un modo rapido per rimuovere la polpa è quello di mettere i semi in un piccolo setaccio e lavarli sotto un getto d'acqua strofinandoli contro i lati del colino. | ![]() |
![]() | Giunti a questa fase, in possesso del nostro mucchietto di semi, ci sono varie alternative su come procedere per effettuare la semina. Di seguito ne esamineremo alcune, quelle più popolari. Ognuno, naturalmente, è libero di seguire il proprio percorso, in base ad esperienze pregresse od a preferenze individuali. I semi che abbiamo raccolto da una pianta, ci permettono di sapere chi è stata la madre, ma non sapremo mai da quale rosa ha ricevuto il polline, quindi il padre, e non sapremo quali geni della madre e del padre avranno concorso al patrimonio genetico della nostra rosa. Il colore, il profumo, il portamento, la resistenza alle malattie, alla siccità, la quantità dei fiori, la rifiorenza, la capacità di riprodursi saranno uniche. Per molti, in questo consiste il fascino della semina delle rose, ogni singolo seme che germoglierà produrrà una rosa diversa, unica, con proprie caratteristiche, in funzione dei geni trasmessi dai genitori. |
Principi base di stratificazione
Questa metodica, con tutte le sue varianti, cerca di imitare quanto avviene in natura e di sopperire alle nostre mancanze di conoscenza. Le rose, infatti, maturano i loro semi in epoche diverse. Alcuni semi sono pronti e andranno raccolti in luglio, altri in agosto, altri ancora in novembre. Per tutti si dovrà aspettare febbraio per procedere alla semina. I semi delle rose hanno bisogno, infatti, di quattro condizioni per germinare:
La scarpa che va bene a una persona va stretta ad un'altra: non c'è una ricetta di vita che vada bene per tutti.
Carl Gustav Jung